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Giovedì 13 aprile 2006

In contemporanea alla mostra “Il Codice di Leonardo da Vinci”, nel Cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco di Milano, un enorme cervello si gonfia e si sgonfia al ritmo del suono di allarmi militari; ci si può entrare e partecipare al suo respiro. Una scultura contro la guerra, un'opera di denuncia sottilmente sarcastica, in linea con la pungente produzione artistica di Renato Meneghetti. Una performance che in maniera ironica ci pone un quesito: il cervello oggi è forse un optional? Un encefalo di grandi dimensioni in vinile trasparente, presentato in anteprima assoluta.

Alberto Abruzzese e Paolo Fabbri, presso la Sala Panoramica del Castello, presentano l'evento e le 4 mostre in contemporanea che verranno ospitate a Roma nello stesso anno (“Meneghetti opere 2000-2006”).

 

E fu grazie a queste colte e sensibili persone che la mostra “Meneghetti a Roma opere 2000-2006”, in quattro sedi, a cura di Achille Bonito Oliva si è trasformata in un evento culturale di grosso spessore nell’anno in cui vediamo Leonardo a Milano e a Firenze, Mantegna a Mantova, Gentile da Fabriano a Fabriano, Bellini e Tiepolo a Rovigo, a Roma Antonello da Messina, Raffaello, la Cina e Modigliani, a Brescia Turner e gli impressionisti e Mondrian.
“Meneghetti a Roma” di Achille Bonito Oliva è quindi in buona compagnia in Italia e a Roma.

Di Meneghetti molto ha scritto la maggiore critica italiana. Federico Zeri ha definito Meneghetti il Pisanello del terzo millennio (RAI Educational “ La storia dell’arte secondo Federico Zeri”), Sgarbi lo ha ironicamente accostato a Giotto in occasione della grande mostra in Palazzo della Ragione a Padova nel 2000, più volte è stato associato a Leonardo da molti critici e storici dell’arte, Sir Denis Mahon ha riscontrato in Meneghetti il carattere tremendo del Caravaggio e via via negli oltre cinquant’anni di carriera, tanti strani paralleli.

Meneghetti a Roma opere 2000-2006 sono quattro mostre da vedere e ascoltare perché Meneghetti è un artista multimediale (pittura – scultura – musica – fotografia – cinema – videoart – installazioni – teatro …) che ha alle spalle tre Biennali di Venezia (Biennale Musica 1982 – Cinema 1983 – 50^ Esposizione Internazionale d’arte 2004) e la Fenice d’oro per il miglior pezzo teatrale 1985.
Probabilmente il titolo giusto per questo evento doveva essere “Roma per Meneghetti”.

E’ certamente una mostra difficile nella quale il tema del dolore non solo fisico, ma anche morale è sviluppato con modalità e linguaggi differenti, è sicuramente il filo conduttore e l’elemento ricorrente nelle opere di Meneghetti e nei lavori esposti nelle quattro mostre romane. Per questo fra le 4 mostre si è venuto a creare un legame non solo fisico ma anche concettuale.

Dichiara per concludere il Maestro:
affido queste quattro mostre al giudizio benevolo e generoso dei colleghi, presumendo soltanto che la mia esperienza di artista e cinquant’anni di studio offrano una certa garanzia a chi vede. Il riconoscimento e i consigli dei critici mi ricompenseranno della immane fatica. Il consenso dei colleghi mi riempirà di gioia. I suggerimenti e i rilievi di esperti accademici mi daranno perfetta letizia, perché umiliandomi, mi esorteranno a far meglio e a comprendere i miei limiti”.

 

approfondimenti:
clicca qui per le PRESS TV RELEASE dedicate alle 4 mostre "Meneghetti a Roma"

 

COMPLESSO MONUMENTALE DI SANTO SPIRITO IN SASSIA
14 aprile - 6 maggio 2006

Ha dell’incredibile quello che è successo il 20 aprile all’inaugurazione della prima delle quattro mostre romane a cura di Achille Bonito Oliva, dedicate a Renato Meneghetti.

Sotto gli occhi increduli di Achille Bonito Oliva e Claudio Strinati dopo la lunga e interessantissima conferenza stampa a loro cura, il pubblico intervenuto in massa per l’inaugurazione ha interpretato alla lettera la didascalia dell’opera CLANDESTINE – INDIFFERENCE: “Ovviamente l’artista si assume tutte le responsabilità ed i costi di produzione delle sculture che sono da considerarsi a perdere, da rompere, da rubare da parte del pubblico”, e ha preso d’assalto le centinaia di teste sparse al suolo sotto al videoart “CLANDESTINE” che formava l’installazione con le teste di ceramica di “INDIFFERENCE” rubandole, prendendone a man bassa, anche quattro per volta e per persona, rubandole, chiedendole, chiedendo la firma dell’artista che, bontà sua, la concedeva frastornato com’era, soprattutto da tanta partecipazione da parte del pubblico che, con gusto e non per errore o per “INDIFFERENZA”, oltre che prenderle le rompeva prendendole a calci scattando foto ricordo. Ne sono state rubate, chieste e rotte oltre 700 con grande soddisfazione di Meneghetti che ci ha dichiarato: “le ho fatte per questo! Sono felice perché quello che avevo pensato si è verificato; l’interattività dell’installazione ha dimostrato che se può partecipare, giocare, il pubblico apprezza l’arte contemporanea”. Certo è un po’ costoso smuovere le coscienze con opere come questa, “pazienza ne farò altre 2000 per l’inaugurazione della terza mostra il 3 maggio al Museo Nazionale di Palazzo Venezia”.

Invece, Achille Bonito Oliva, ad una signorina che dopo aver rubato una testa, onesta, solo una, chiedeva l’autografo a Meneghetti, Achille in sua vece rispondeva: “Firmi lei un assegno se vuole quell’opera che tiene in mano”. Ma Meneghetti la firmò! Gratuitamente.

L’opera è stata riproposta al Museo Nazionale di Palazzo Venezia che ha inaugurato il 3 maggio, ne sono state rotte e rubate solamente 300, cosa succederà prima della fine della mostra.
Quante teste dovrà produrre Meneghetti? Per fortuna che è di Bassano, patria della ceramica.

Di contro, molto colpiti gli ospiti della cena per il 50° anno di costituzione della Corte Costituzionale: i 500 (cinquecento) ospiti guidati dal Presidente della Corte e neo Presidente del Senato Franco Marini, dal Senatore Giulio Andreotti affiancato dall’Onorevole Casini, dall’ Onorevole Amato, dal Presidente dell’ Antimafia Onorevole Grasso e da tanti altri altrettanto autorevoli personaggi politici oltre che da circa 100 Ambasciatori provenienti da tutto il mondo, hanno visitato la mostra gustando ammirati un cocktail tra le opere.

Così anche per la seconda visita in gruppo alla mostra al Santo Spirito in Sassia; 100 persone tra le quali: l’ Onorevole Donat Catten; il Presidente Emilio Colombo, l’ ex Ministro degli Esteri; l’ Onorevole Enzo Carrà; il Generale Niccolò Pollari, direttore del Sismi (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare); Francesco Giorgino, ecc...

 

SALA 1 SCALA SANTA
21 aprile - 28 maggio 2006

Con una magnifica introduzione carica di misticismo Don Giuseppe Billi curatore del Vaticano e della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha inaugurato il 21/04/06 a Sala 1 la seconda mostra romana di Renato Meneghetti facente parte del ciclo “MENEGHETTI A ROMA opere 2000-2006” quattro mostre a cura di Achille Bonito Oliva.

Una seconda e non meno importante inaugurazione è tenuta giovedì 4 maggio in occasione del gemellaggio con SALA 2 ARCHITETTURA.
La mostra dal titolo Eghènetai così si presentava:
Buio, non “ombra”. Luce.
Nel buio tunnel, dal nulla al tutto. Dal buio alla luce.

Lastre sospese nello spazio pesante di una cripta, deformate da immagini crude, come partecipi a un rito solenne che evoca il Sacrificio, Catarsi e dolore ancora vivo nell’urlo, muto, dell’uomo: Eghènetai! Le opere sono composte da referti radiografici ripresi ad alcol e compressi fra lastre di plexiglas. Un percorso, dal caos - dolore - confusione spirituale - falsi miti alla luce: dal buio iniziale all’ accecante luce finale, dopo la folgorazione, il sacrificio attraverso il quale sbocciano la creatività, la fede, la poesia.
Meneghetti musicista (compone per il CRS Centro di Ricerca Sonologica dell’Università di Padova ed è stato invitato alla Biennale Musica di Venezia 1982) ha sapientemente mixato musiche che suscitano grandissima emozione in accompagnamento alle installazioni riuscendo a creare nel visitatore sensazioni da “pelle d’oca” rendendo così “potente” la più semplice delle quattro mostre.
L’installazione per motivi tecnici, è stata ridotta a meno di un quarto di quello che Meneghetti aveva progettato (45 lastre sospese contro le 150 previste) cosichè il buio tunnel, la selva di lastre, si sono ridotti a un percorso scabro e ciononostante l’effetto e le emozioni che suscita l’opera sono indescrivibili: bisogna entrare ed arrivare alla cappella di luce dove avviene la catarsi, la resurrezione, per capire, per rendersi conto di quanto qui sostenuto!

 

MUSEO NAZIONALE DI PALAZZO VENEZIA
3 maggio - 11 giugno 2006

La terza, la più clamorosa, delle quattro mostre evento “Meneghetti a Roma opere 2000 – 2006”. Ad accogliere il migliaio di intervenuti il coinvolgente e a sua volta molto coinvolto Achille Bonito Oliva insieme al Sopraintendente del Polo Museale Romano Claudio Strinati.

Anche in questa sede si è ripetuto il rito di “rottura e trafugamento delle teste dalla installazione “Clandestine – Indifference” così come successo all’inaugurazione al Santo Spirito in Sassia.

Però in questa sede, che evidentemente incute rispetto, nonostante la partecipazione attiva del pubblico sia stata molto alta come sempre, il numero di opere, le teste rotte, rubate, firmate sono state solamente 300 (trecento) portando così a 1000 (mille) il totale massacrato dall’indifferenza degli individui del terzo millennio.

E’ incredibile l’emozione che si prova entrando nella Sala Regia e Sala delle Battaglie a cospetto delle imponenti installazioni di Meneghetti; e questo deve essere capitato anche al disgraziato che si è sentito arrivare non so quale impulso che lo ha spinto ad aggredire il cervello gonfiabile “OPTIONAL” al quale con un taglierino o altro ha provocato un taglio di oltre un metro danneggiando seriamente l’installazione.
“OPTIONAL” non è la PIETA’ di Michelangelo ne il DAVID di Donatello e Meneghetti non è Michelangelo né Donatello ma l’opera è stata oggetto di uno sconsiderato atto vandalico.

 

ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO
17 giugno - 12 luglio 2006

All’Archivio Centrale dello Stato si chiuderà l’evento romano delle quattro mostre di Renato Meneghetti a cura di Achille Bonito Oliva ed è stato ancora una volta il famoso critico ad accogliere la stampa e gli invitati.
La sezione, conclude il percorso espositivo presentando opere di pittura e scultura esposte nelle altre sedi. Abbiamo visto in assoluta anteprima le opere del ciclo di sculture I MY SELF IN THE ART SYSTEM composto da quattro figure umane a grandezza naturale assolutamente uguali tra loro ma che vivono quattro situazioni diverse strettamente legate alla sofferenza.

Decisamente sconcertati i circa 500 intervenuti all’inaugurazione di fronte al corpo nudo di Meneghetti moltiplicato per quattro, che privo di veli esibisce il proprio sesso senza pudore alcuno.

Ci dice l’artista:
Sto correndo un grosso rischio perché il tema della nudità, con tutte le implicazioni religiose, mitologiche, psicologiche, filosofiche, sociali, ecc. se visto in modo superficiale si trasforma con facilità in altro di esecrabile.”
In questo caso però l’esibizione si trasforma in sensibilità, quindi appropriazione, ma appropriazione intima, segreta, profonda, assoluta della mia delusione di artista.”
In “I my self”: l’appeso dondola come morto, il nodo stringe i testicoli, la forza resta stretta nella morsa di una corda. L'uomo appeso per i testicoli che si trasforma in Icaro, e poi nell’uomo di Vitruvio così caro a Leonardo in una crocifissione estremamente laica e quindi inconsueta, e poi ancora nell’isterico che sul tavolaccio dello psichiatra forma l’estremo arco dell’isteria.

Poi una sezione di pittura con circa 60 opere dell’ormai noto ciclo delle Radiografie.
Siamo in balia dell’artista: egli ci fa vedere un’arcata inferiore della mandibola e noi, sulla sua subdola spinta, percepiamo magari una fetta d’anguria, una zucca, un kiwi. L’artista-istrione, come Picasso, ci conduce per mano dovunque egli voglia: anche, come ha fatto in passato Meneghetti, sul terreno del teatro, della musica, del cinema, della performance.

Per la scultura i “Paralleli Vertebrali”, grandi ceramiche raffiguranti una foresta di palme pietrificate che ricordano la colonna vertebrale umana.
La struttura portante del corpo, la catena delle vertebre evoca un parallelo tra colonna e pianta creando immagini ora di oasi pietrificate dietro le quali muovono radiografie di anatomie umane, ora colonne di funo e camini che riportano la memoria cruda e immediata di pire sacrificali e dei forni di Dachau.

E ancora la videoart in installazione
AN INVASION OF A PRIVACY INVADED.
Spostando l’attenzione dell’opera ormai nota delle radiografie del corpo umano alle radiografie di oggetti, l’artista denuncia la violazione della privacy compiuta dalle forze dell’ordine pubblico con i controlli a raggi X negli aeroporti: la personalità dell’individuo, i suoi vizi, le sue passioni vengono messe a nudo e diventano di dominio pubblico. L’artista viola a sua volta la privacy delle forze di Polizia filmando i monitor dei controlli e riviola la privacy del cittadino.

Anche il prospetto monumentale dell’edificio è diventato superficie espositiva, infatti nei quattro altissimi pennoni normalmente dedicati alle bandiere, sono issati enormi (20 metri) drappi raffiguranti opere del maestro.