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POLICE REMOVE INSTALLATION AT ART BASEL:
“Indifference” by Renato Meneghetti destroyed

Il grande tempio dell'arte rigetta gli intrusi con tempestiva efficienza nazista.
Nessuna pietà per “Tersite” l'anti eroe. Factory-Art gallery di Berlino con l’installazione  abusiva di un’opera, Indifference dell'artista italiano Renato Meneghetti: Guerrilla Action ad Art Basel, l’Action evidenzia le reazioni del Circo dell'arte verso le opere  e gli artisti considerati i Tersite nel terzo millennio: l'artista e l’opera emarginati,  soggetti terrificanti che vanno ignorati, evitati, dimenticati... rimossi. Non solo nel tempio dell'arte ma anche nella vita. È questo l'atteggiamento assunto quotidianamente dai singoli individui e dal sistema dell’arte: l'indifferenza più assoluta per l'Altro.  Migliaia di artisti falcidiati, trattati alla stregua del Tersite di Omero.



“INDIFFERENCE”
SPECCHIATEVI NELLA VOSTRA INDIFFERENZA. GLI ARTISTI COME TERSITE

Sono giorni di grande fervore mondano per l’arte a Basilea, una grande kermesse tra Art Basel, Volta 6, Liste. Grandi spazi in Messeplatz, Helsinki strasse, Burgweg, sono ricoperti di teste di ceramica bianca. Sono posate per terra, erette, salvo poche rovesciate o cadute, reclinate. Un camposanto. L’istinto è di circumnavigarle. Risalta la goffaggine di qualcuno che attraversa l’opera per sbaglio, e imbarazzato cammina come sulle uova cercando di non urtare e ferire le bianche teste: sono di tre tipi, dalla maturità all’infanzia (quest’ultime un po’ più piccole); i loro volti hanno gli occhi chiusi, in un’espressione contemplativa che ne aumenta l’inermità.

“Tersite berciava senza misura/ (…) il più brutto degli uomini venuti ad Ilio; era sbilenco, zoppo d’un piede, le spalle incurvate, contratte sul petto (…)/ . Tersite come l’artista si rivela la controfigura dell’eroe omerico. La bassa posizione sociale di Tersite corrisponde alla sua bassezza morale; all’opposto si schierano gli eroi, esseri semi-divini, alti, bellissimi, biondi e forti, quint’essenza del Kalòs kai agathòs, della perfezione fisica e morale. Quella di tersite è una delle prime apparizioni di umili ed emarginati nella letteratura occidentale, è il primo personaggio che riesce ad uscire dal grigio anonimato degli uomini comuni, ma la marchiatura d’infamia per gli antieroi di Omero diventa la scusa per una caricatura, un ritratto grottesco e orribilmente ridicolo di chi eroe non è, né mai potrà essere. Nel sistema dell’arte molti, troppi buoni artisti diventano Tersite.

Un’opera al limite per dare voce ai nuovi Tersite, ai senza volto della contemporaneità. Un percorso creativo composto con 1000 teste di ceramica tra le quali i visitatori sono costretti a farsi largo per accedere all’esposizione inevitabilmente rompendo le fragilissime sculture. Con ciò mostrare l’indifferenza e l’ atteggiamento assunto quotidianamente dagli eroi della perfezione fisica e morale. “L’arte – diceva Kubrik – rimodella la vita, ma non la crea , non la produce”. 

Sfugge allora il confine tra vittima e carnefice, tra mendicante e cittadino frettoloso, tra artista ed emarginato, tra distruzione e costruzione tra, per dirla con Kubric, vita e arte. L’artista è un emarginato, un soggetto terrificante che va ignorato, evitato, dimenticato. Come I ciechi di Bruegel, mendicanti malnutriti,stracciati e senza meta che si dirigono inesorabilmente verso il baratro diventano l’emblema di un’ umanità che non sa più vedere, non vuole più ascoltare, di un’ umanità che corre, dimentica, ignora.

Di un’umanità indifferente. Ruba una testa, passa attraverso senza curarti di loro, rompile, dai libero sfogo ai tuoi istinti o alla tua indifferenza. Il tuo cercare di evitarle è solamente il modo per eludere il problema, ma dura poco, scatteranno in te irritazione – imbarazzo – seccatura – molestia – disgusto – cattiveria – malvagità – perversione – scelleratezza, presto darai un calcio ad una fastidiosa testa che intralcia il cammino. Questo è l’atteggiamento assunto quotidianamente dagli individui del terzo millennio: l’indifferenza più assoluta per chi soffre, muore, per chi ci circonda, per l’altro. Siamo coscienti – riflettiamo - proviamo compassione, ma siamo indifferenti - ignoriamo - evitiamo – ma ci facciamo largo - prendiamo a calci – calpestiamo persino i cocci che restano dopo la distruzione.

a cura di Beppe Sebaste