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HUMAN BODIES

Ricominciamo da capo. Abbiamo di fronte, qui ed ora, una cosa opaca, stranamente formata e deformata, ricoperta di una patina lucida, la quale (forse) invia verso noi un segnale.
La stringiamo tra le mani, ed essa non muta il suo aspetto, non si metamorfizza, non docile al tatto, non piacevole, ma asettica nella sua apparente docilità. Questa superficie plastica non si organizza casualmente, seguendo 1a pressione del nostro pollice, non divenendo così il tramite di un'espressione non verbale.
La plastica indica 1a traccia di un movimento. Ma come, finora, tutto ciò che si muove sotterraneamente ha trovato la sua espressione nel linguaggio, e cioè nel "nome mancato", così la gestualità non involontaria traccia ora, nelle forme plastiche, il geroglifico di un lapsus. Non più il nome mancato, ma - d'ora innanzi - la forma mancata, emerge nell'abbandono alla gestua1ità indifferente.
Ciò che appare assomiglia molto ad una testa di bimbo, schiacciata e deformata, sofferente e silenziosa. Attraversandola, ed accettando la sfida, penetriamo in una regione a-storica che emerge alla superficie nel mentre sprofonda nell'abisso. Il movimento duplice, di discesa e di salita, svela espressioni contorte, zone d’ombra raggrumate in uno sguardo allucinato.
Il nostro esserci – qui ed ora – si riflette, immagine contorta, in uno specchio, e richiama quel volto di bimbo al nostro tempo ritrovato.
Le tracce del movimento non restano dunque impresse in una storia alienata; se ci guardiamo indietro, si affaccia, di colpo, tutto il disastro della nostra esistenza.

COMPRESSIONE
Plastica termoformata laccata
cm 44 x cm 19 x cm 10
1987
OMAGGIO A LUCIO: OLTRE LA MASCHERA NULLA
Plastica termoformata laccata
cm 35 x cm 22 x cm 18
1982
OMAGGIO A LUCIO: OLTRE IL PROFONDO
plastica termoformata laccata
40 x 40 x 25 cm
1982
IL FUOCO PURIFICATORE
plastica termoformata, legno, gesso, bulloni e fuoco
100 x 80 x 95 cm
1982