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Renato Meneghetti
Deposizione del Caravaggio in x-rays

per

ABOUT CARAVAGGIO
VISIONI & ILLUSIONI CONTEMPORANEE
25 artisti contemporanei interpretano Caravaggio

a cura di

ANNA IMPONENTE

Museo Tuscolano - Scuderie Aldobrandini
FRASCATI (Roma)
1 dicembre 2012 - 7 aprile 2013

 

 

L’evento espositivo si articola attraverso una selezione di alcuni dei più rappresentativi artisti della scena contemporanea che hanno elaborato riflessioni sui dipinti caravaggeschi:

AES+F
MATTEO BASILÈ
VANESSA BEECROFT
ELINA BROTHERUS
MAT COLLISHAW
RADU DRAGOMIRESCU
CHRISTELLE FAMILIARI
ZHANG WEI GUANG
RENATO GUTTUSO
JANNIS KOUNELLIS
DAVID LACHAPELLE
MASBEDO
RENATO MENEGHETTI
VIK MUNIZ
HERMANN NITSCH
LUIGI ONTANI
DINO PEDRIALI
MARCO PEREGO
MICHELANGELO PISTOLETTO
MATTEO SANNA
GREGORIO SCILTIAN
ANDRES SERRANO
ELISA STRINNA
LUCIANO VENTRONE
BILL VIOLA

 

DEL CARAVAGGIO DI MENEGHETTI

Le “pitture visive” che Meneghetti realizza precorrendo i tempi, a partire dal 1979, quali proiezioni di immagini fondate sulla forza e la vivacità della luce e della sua energia, richiamano l’attenzione della critica. Gillo Dorfles, come ricorda Francesco Buranelli «fu il primo ad attribuire alla ricerca di Renato Meneghetti e all’uso delle radiografie una rilevanza critica, fortemente innovativa, capace di aprire nuovi linguaggi per l’arte contemporanea in Italia». Le trasparenze rivelatrici di incorporee presenze che connotano le “radiografie”, per le quali si ravvisa una forma embrionale già nelle sovrapposizioni bidimensionali delle Fagocitazioni degli anni Sessanta, nascono dal colore giustapposto, «agglutinato, inglobato nell’immagine», che come una «lente deformante» vuole “vedere oltre” la precaria corporeità. Giocando sapientemente con la tecnica radiografica, prima di Meneghetti rilegata a prassi prettamente scientifiche per risalire alle origini sconosciute delle opere d’arte del passato, l’artista disvela l’interno dei capolavori dei grandi maestri della storia dell’arte, tra i quali Giotto, Perugino, Michelangelo, Leonardo, Caravaggio, Van Gogh, Magritte e Picasso, effettuando un’indagine anatomico-diagnostica dei corpi, dei soggetti palesati nella loro fragilità tangibile quale allegoria dell’inafferrabile grandezza psico-emotiva dell’animo umano.
Il suo repertorio di “radiografie”, che va dall’Autoritratto di Dürer, ai corpi asciutti di Klimt e Schiele, dalle eteree figure femminili di Modigliani, alle composizioni surrealiste di Max Ernst, conta anche la recente riflessione sulla Deposizione (1602-1604) di Michelangelo Merisi. Realizzata nel 2011 contestualmente al celebrato Compianto sul Cristo morto del Mantegna, Caravaggio, Deposizione è la declinazione in RX e in scala maggiore su lastre in perspex del celebre dipinto seicentesco.
Meneghetti riproduce fedelmente in bianco e nero l’opera originale e diversificando cromaticamente il corpo esanime del Cristo vi “guarda dentro” evidenziandone la struttura ossea. Divise, le otto lastre di Caravaggio, deposizione formano “un’opera corale” che scruta e manifesta il non visibile […]«nella convinzione che nel segreto della forma, nella “forma interna” degli oggetti, sia dispiegata la loro reale natura» (Sgarbi, 1999, p. 11). Smaterializzando la figura del Cristo e frazionando la visione, Meneghetti incrementa la possibilità di combinazione delle parti inducendo ad un osservazione meditata, continua ed emotivamente partecipata. Sovrapponendosi, ogni lastra invade il campo d’azione delle altre, creando una visione poetica e spirituale rafforzata dall’azione della luce che retro-illumina l’intera composizione, moltiplicando i punti di vista.
Come ha evidenziato Strinati «Meneghetti si inscrive in una tradizione antica, tanto che la sua opera potrebbe aspirare realmente a una sorta di paradossale classicità, quando intendiamo, con “classico”, l’intento di dare forma estetica compiuta alle più profonde e nobili aspirazioni scaturite da una meditata conoscenza del reale e filtrate attraverso una sensibilità particolarissima, in grado, poi, di parlare a chiunque sia pronto ad ascoltare le voci profonde dell’Essere»

Eloisa Saldari


 

L'OPERA PITTORICA

...ho scelto questo dipinto, considerato il capolavoro del Caravaggio, quale soggetto per le mie esplorazioni sotto l’epitelio della pittura, in profondità, dentro l’opera, per “vedere oltre”, per indurre il fruitore ad immaginare quello che non è rappresentato nell’opera, “quel qualcosa che accadrà”...

Michelangelo Merisi da Caravaggio
Deposizione, 1602 - 1604
olio su tela, cm. 300 x 203
Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano

...Nel capolavoro del Caravaggio il “Vero Visibile” e’ completamente svelato dalla luce, nel mio intervento viene ri-svelato con l’indagine fredda dei raggi x per scoprire il “Vero Invisibile”. Ho voluto vedere oltre quel che appare e come il Maestro mi sono avvalso della luce, ma un genere diverso di luce per suggerire “l’oltre dell’accaduto”...

Renato Meneghetti, dal ciclo “GRANDI MAESTRI”
Caravaggio, Deposizione in x-rays, 2011
alcol su tela cm. 150 x 100
Collezione Iaquinta, Roma


 

LE LASTRE CHE COMPONGONO L’INSTALLAZIONE AEREA

           

...dalla ricerca pittorica, che sempre nel mio lavoro precede ogni altra forma d’espressione, è nata l’installazione aerea, che accompagna l’opera pittorica, per esprimere quel qualcosa che si muove più in profondità che per essere percepito abbisogna di una condizione fisica e spaziale diversa da quella della pittura...

Caravaggio, Deposizione in x-rays, 2011 - riproduzioni digitali su plexiglass 4 x cm. 256 x 199 - 4 x cm. 300 x 199 - Collezione Iaquinta, Roma


L'INSTALLAZIONE AEREA ''SITE SPECIFIC''

...L’opera ed i suoi particolari, ingigantiti, frammentati, trasferiti su plexiglas, formano una composizione di gigantesche lastre radiografiche trasparenti e traslucide che colpite dalla luce rimandono riflessi che esaltano il bagliore che avvolge il corpo del Cristo creando un effetto ottico
particolarmente evocativo che ancor piu’ suggerisce “quel che accadrà”...

     

...Le grandi lastre formano un’installazione, imponente e drammatica, concepita per comunicare con un’estrema tensione espressiva i contenuti dell’opera pittorica che ne costituisce il pensiero portante: una visione poetica frammentata, sincopata e transitoria creata dalla sovrapposizione delle lastre radiografiche. L’opera è interattiva, consente infatti al visitatore di penetrare tra una lastra e l’altra diventando esso stesso attore nella scena...

...Una stratificazione spettacolare creata trasparenza su trasparenza. I particolari in macro si intrecciano l’un l’altro a strutturare insiemi sempre diversi. I piani pittorici delle lastre si sovrappongono, occultandosi ed esaltandosi, si crea così una profondità infinita ed aleatoria...

Caravaggio, Deposizione in x-rays, 2012 - Totale cm. h. 700 x 640 x 800 - Collezione Iaquinta, Roma

     


CARAVAGGIO, DEPOSIZIONE IN X-RAYS
Riflessioni dell’autore

[...] Il mio campo di studi per più di mezzo secolo è sempre stato, come Lei sa, le pitture del seicento e della prima metà del settecent in Italia. Ciò che m’interessava di trovare in un’artista è stato soprattutto una personalità fortemente individuale e positiva che può ben anche avere (ma non deve necessariamente avere!) un’aspetto esplorativo.
Benchè non ho mai avuto l’occasione di imparare i variati linguaggi dell’arte contemporanea, posso osar di dire che ho avuto una forte impressione che la Sua opera così vasta può ben inserirsi in quella categoria, con un lato talvolta audacemente sperimentale [...]

Da un’epistola del 1999 di Sir Denis Mahon a Renato Meneghetti

 

Fu questa lettera ad ispirarmi il ciclo pittorico dedicato ai “Grandi Maestri” e su invito del grande “scopritore” ho approfondito la ricerca e la conoscenza sul Caravaggio in particolare.

Con il ciclo “Grandi Maestri”, al quale anche questa “Deposizione” appartiene, ho tentato di individuare un ulteriore dimensione nascosta per restituire il segreto della grande arte riattualizzandolo agli occhi dei contemporanei del mondo scientifico-tecnologico. Mi sono prefisso di creare un “ponte” tra l’antico e il contemporaneo, per avvicinare i giovani ai Classici della storia dell’Arte. Credo che i giovani, attratti dall’intervento radiografico sul Capolavoro possano essere interessati, anche all’opera originale.

[…] Quando si lasciano spiragli, per intelligenza o sensibilità, la “scossa” dell’arte moderna rianima con lo “splendor veri” le prevedibili e statiche figure del “simbolismo” […] 1

In precedenza con i raggi x indagai allo stesso modo il Cristo morto del Mantegna poi esposto alla 54.Biennale d’arte di Venezia, quanto scritto da Francesco Buranelli su quel lavoro ben si presta a presentare questo mio intervento sul Caravaggio:

[…] il corpo di Cristo è opera autografa ed originale di Renato Meneghetti realizzata con un montaggio di radiografie eseguite, osso per osso, direttamente sul proprio corpo, poi rilavorate per ottenere una struttura scheletrica anatomicamente perfetta, quindi deformate e “stirate” per adattarle alla prospettiva di scorcio con un accurato e complesso lavoro proprio della visual art… aver utilizzato le radiografie del proprio corpo per ricercare l’umanità di Cristo non è un atto “ybris” da parte di Meneghetti, egli si pone nella linea dell’autoritratto, secondo una consolidata tradizione dell’arte italiana, molto presente anche nella raffigurazione dei Santi e del Cristo…

Ho scelto questo dipinto, considerato il capolavoro del Caravaggio, quale soggetto per le mie esplorazioni sotto l’epitelio della pittura, in profondità, dentro l’opera, per “vedere oltre” per indurre il fruitore ad immaginare quello che non è rappresentato nell’opera,“quel qualcosa che accadrà”.

[…] si deve a Renato Meneghetti l’aver superato, con la sua opera, la mera visione del corpo esanime del Cristo ed aver trovato una potente via espressiva alla trascendenza[…] 2

Nel capolavoro di Caravaggio, così come in quello del Mantegna, tutto è rappresentato, tutto è espresso: l’Uomo è morto! Tutto è svelato, tutto è concluso, non c’è mistero, non c’è spazio per l’immaginazione. A proposito della rivoluzione della luce inaugurata da Caravaggio così scriveva Roberto Longhi:

[...] Il dirompersi delle tenebre rivelava l’accaduto e nient’altro che l’accaduto [...]

In Caravaggio il “Vero Visibile” e’ completamente svelato dalla luce, nel mio intervento viene ri-svelato con l’indagine fredda dei raggi x per scoprire il “Vero Invisibile”. Ho voluto vedere oltre quel che appare, e per farlo, come il Maestro mi sono avvalso della luce, ma un genere diverso di luce per suggerire “l’oltre dell’accaduto”. La vista è catturata dal corpo di Cristo-Uomo, che, grazie alla prospettiva, ci appare come sospeso nonostante la pesantezza dettata dai contrasti tonali generati da una luce che esplode in tutta la propria “fisicità”, riverberata dalla bianca sindone che già parzialmente avvolge colui che di lì a poco sarà sepolto. Il Cristo entra così nel mondo, diventa materia, partecipa alla morte.

Nella mia interpretazione ho voluto rendere ancora più “Uomo” il Cristo mostrandone lo scheletro ma, al tempo stesso, avvolgendolo con l’accecante freddo bagliore dei raggi x, quello stesso corpo acquista Divinita’, perde ogni fisicita’: una Sacra rappresentazione avvolta da un misterioso silenzio in cui la luce fredda e innaturale dei
raggi - x irrompe con forza e indaga ansiosa il corpo scultoreo del Cristo, tutti gli attori impegnati in gesti semplici diventano solo sfondo. L’evidenza plastica del corpo indagato con la radiografia emerge dal buio ed esplode nella luce, nel Mistero.

[…] Meneghetti arriva alla consapevolezza che la resurrezione di Gesù non è legata alle leggi della corporeità, le leggi dello spazio e del tempo; la sua opera diventa l’espressione di “questa sorprendente dialettica tra identità ed alterità, tra vera corporeità e

 
 

libertà dai legami del corpo in cui si manifesta l’essenza peculiare, misteriosa della nuova esistenza del risorto. Egli è lo stesso – un Uomo in carne ed ossa – ed Egli è anche il Nuovo, Colui che è entrato in un genere diverso di esistenza… come Uomo Egli ha patito ed è morto; ora vive in modo nuovo nella dimensione del Dio vivente; appare come vero Uomo e tuttavia a partire da Dio – è Egli stesso Dio.”[…] 3

Con i raggi x, ho portato in superficie l’immaginifico sottostante a cio’ che era stato svelato dalla luce del Maestro: è un viaggio nella “disincarnazione” che riporta alla complementarietà tra vita e morte, luce e materia, superficie terrena e profondità divina, fisica e metafisica, che induce a riflettere sul mistero della Resurrezione.
E’ impressionante come queste parole del Cardinale Ratzinger tratte dal testo “La bellezza. La Chiesa” anticipino questa mia ricerca:

“l’esperienza del bello ha ricevuto una nuova profondità, un nuovo realismo... attraverso forme di straordinario impatto evocativo, che rinnovano profondamente l’iconografia tradizionale del fatto sacro.”

Tutto questo ha guidato la ricerca pittorica che sempre nel mio lavoro precede ogni altra forma d’espressione. Dalla ricerca è nata l’installazione aerea, che accompagna l’opera pittorica, per soddisfare la mia esigenza di esprimere quel qualcosa che si muove più in profondità che per essere percepito abbisogna di una condizione fisica e spaziale diversa da quella della pittura, nonchè di una sensibilità visiva diversa per comprenderne il differente linguaggio. L’opera ed i suoi particolari, ingigantiti, frammentati, trasferiti su plexiglas formano una composizione di gigantesche lastre radiografiche trasparenti e traslucide che colpite dalla luce rimandono riflessi che esaltano il bagliore che avvolge il corpo del Cristo creando un effetto ottico particolarmente evocativo che ancor piu’ suggerisce “quel che accadrà”. Nella nuova forma espressiva l’opera pittorica, ancor di piu’, appare piena di una carica visionaria profondamente umana ed allo stesso tempo profondamente spirituale. L’insieme, facendo apparire cose che non apparivano e svelando le trame segrete grazie ai raggi invisibili che fanno affascinanti queste visibilità, simula la perdita di un centro e del suo disseminarsi in una serie di frammenti ognuno capace di confondere l’altro e al tempo stesso, una volta riuniti, di creare un codice di lettura che deve essere assimilato cioè deve diventare il mezzo per meglio comprendere l’opera.
Le grandi lastre formano un’opera corale, imponente e drammatica, concepita per comunicare con un’estrema tensione espressiva i contenuti dell’opera pittorica che ne costituisce il pensiero portante: una visione poetica frammentata, sincopata e transitoria creata dalla sovrapposizione delle lastre radiografiche. Le infinite possibili combinazioni costringono lo sguardo ad un incessante movimento per cogliere quell’inesauribile energia evocata dall’opera e per ricostruire, tessera per tessera, il soggetto originario. Una stratificazione spettacolare creata trasparenza su trasparenza. I particolari in macro si intrecciano l’un l’altro a strutturare insiemi sempre diversi. I piani pittorici delle lastre si sovrappongono, occultandosi ed esaltandosi, si crea così una profondità infinita ed aleatoria, una materializzazione della forza pittorica e del mondo interiore espresso dall’artista.
Pittura, radiografia, trasparenze, luce, ininterrottamente mutevoli restituiscono in una drammatica tensione residui arcaici, immagini infrante, sedimenti profondi, echi infiniti e rimandi visivi.

Con questo lavoro ho rivisto, rianalizzato, rimeditato la “Deposizione” del Caravaggio attraverso immagini pittoriche che scavano dentro, come una radiografia, alla ricerca dell’anima dell’opera. La pittura è espressione bidimensionale: nell’installazione ho cercato di rendere la profondità dell’opera. Con la metaforica ho cercato di lanciarla nell’evolvere del tempo, con la poesia di entrare nelle profondità del pensiero del grande Maestro.

Le parole di Don Giuseppe Billi descrivono mirabilmente questo mio lavoro: “Partendo dalla Pittura – Pittura il pensiero e la tecnologia affidano esperienze ed espressioni non più allo stretto perimetro delle immagini, ma anche a prontuari simbolici straordinariamente ricchi e semantici.

L’abisso nel male dell’uomo, la “scheletrica”verità, l’“inquinamento” tra luce e tenebra, non si risolvono con le formule estetiche tradizionali in quest’opera. Le radiografie, esprimono la forte capacità “redentiva”, lavorando sulla “carne”, entrando, vitalmente, nell’economia sacramentale di Cristo. Dall’“incarnato” del Cristo amore-piaga, dal chiaroscuro e dalla prospettiva, alla “crudità” senza limiti (ma tutta “materia” di Dio che muore), all’evento fisicamente “carnale”della redenzione dove il sacro si scioglie in “vapori” spirituali. Si perde: carne e verità. Luce Dall’urlo natale della “natura scura” inscritto nella carne e nelle infinite mappature del corpo, al “risus paschalis”, cioè l’Alleluia della Luce, il nuovo “big-bang” creaturale di Cristo...che dilaga in modo incontenibile. “il Verbo - si fece – carne”. E la carne – buia, ferita, spenta – la carne scoppiò nella Luce.”

Renato Meneghetti

1 FRANCESCO GALLO
2 FRANCESCO BURANELLI Segretario della Pontificia Commissione
per i Beni Culturali della Chiesa
3 BENEDETTO XVI